La Democrazia è una costruzione umana ed essendo tale è per definizione non ottimale - scarsa, se ci riferiamo al gergo economico - è il concetto che sta alla base di questa breve critica.
La Democrazia non è una situazione conosciuta in natura, non è un frutto cresciuto su un albero e quindi è passibile di critiche anche aspre e concettualmente, per così dire, totali. Alla base, come ci suggerisce Aristotele, sta la Legge superiore a qualsiasi cittadino: essa stessa una costruzione dell'uomo e totalmente passibile di difetto. Senza contare che, almeno secondo la tradizione classica, vi è una netta differenza fra la Democrazia Formale, caratterizzata dall'insieme di norme che la regolano ed una Sostanziale, riferita agli ideali che la ispirano.
Se è vero che questa forma ha le proprie radici nell'antica Grecia delle classi sociali e dei privilegi, è altrettanto vero che la sua applicazione concreta è avvenuta sostanzialmente nell'arco degli ultimi due secoli, con una cristallizzazione di quelle classi sociali e di quei privilegi caratterizzanti ogni era umana.
Riflettendo a mente aperta si può notare che esistono solo due forme di governo in natura: il caos e l'autogoverno le cui traslitterazioni, curiosamente, sono riferibili alla stessa espressione: Anarchia. La prima, in una concezione estesa e travisata del termine; la seconda, invece, nella sua forma più pura. Non è un caso che entrambi i termini siano agli estremi della concezione - se vogliamo della ideologia che ne sta alla base. Questa stessa ideologia è estrema per definizione; ma l'estremismo, probabilmente, rimane è un concetto naturale, più naturale della Democrazia.
La Democrazia, come detto, al pari di una casa o di una matita non è nient'altro che una costruzione dell'uomo, da noi conosciuta, irrefutabile ed inconsapevolmente celebrata come il metodo migliore di governo, come la scoperta fondamentale dell'umanità, un valore assoluto insomma. Parafrasando Max Stirner, «il sultano ha fondato la sua causa su null'altro che sé stesso: per sé egli è tutto in tutto, per sé è l'unico e non tollera che qualcuno osi non essere uno dei suoi», allo stesso modo si potrebbe dire che la Democrazia fonda la sua causa su sé stessa: «prova un po' a mostrarti non suo, ma tuo: per questo verrai gettato in carcere, tu che ti sei sottratto al suo egoismo».
Tutto questo è bene ricordare che è il frutto del nostro tempo. C'è da giurare che se non fossimo nati e cresciuti in questa epoca, la nostra attenzione sarebbe del tutto differente; così come nulla vieta che fra altri 200 anni i nostri discendenti non troveranno altri metodi per governarsi, che allo stesso modo essi crederanno inoppugnabili, ma che saranno con tutta probabilità nuovamente smentiti dai fatti.
Recependo l'insegnamento che ci diede nel XIX secolo il luddismo, è bene guardarsi dalle costruzioni umane, capirle, valutare attentamente le forme di progresso che ci propinano anziché pretendere che esse siano necessariamente positive invece di declinare preliminarmente ciò che ci viene offerto in natura.
Aristotele // L'Unico e la sua proprietà
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