Per chi ha una vocazione cosmopolita, per studenti, appassionati o semplicemente per chi non è avvezzo alle lingue straniere, riviste come Internazionale sono da sempre una manna dal cielo.
Ebbene, rovistando - ma neanche troppo - fra le pagine internet del suo sito ho trovato un recente rimando ad un articolo del quotidiano spagnolo El País a proposito della causa intentata dal gruppo Clarín (principale impresa multimediale dell'Argentina, proprietaria di quotidiani e canali radio-televisivi) verso la Ley de Medios (legge sui media) voluta dal governo guidato dalla presidenta Cristina Fernandez de Kirchner.
Quello su cui voglio focalizzare l'attenzione non è tanto il merito della sentenza né sulla bontà della legge - che peraltro punta al ridimensionamento dei monopoli informativi argentini attraverso regole stringenti, il cui obiettivo dichiarato è quello di riservare i due terzi dello spettro
radio-televisivo ad imprese pubbliche e non commerciali, e solo un
terzo ai gruppi privati. Il gruppo più colpito, ovviamente, il Clarín.
Quello che mi preme sottolineare, invece, è la dimostrazione di eurocentrismo di una rivista tanto importante e prestigiosa come Internazionale nell'affrontare temi di certi paesi esteri, specie se questi si trovano al di sotto del Tropico del Cancro e, possibilmente, al di là dell'Atlantico. Il fatto che la rivista utilizzi un articolo di un quotidiano spagnolo per descrivere la - presunta - realtà di un paese Latinoamericano è un fatto estremamente grave sia dal punto di vista della verità che dal punto di vista strettamente etico-giornalistico. Ed invece nemmeno un accenno ad una fonte argentina, sia essa in appoggio al governo o di opposizione; totalmente ignorata, almeno nell'edizione on-line. Grave e soprattutto disinformato è oltretutto il commento con il quale la rivista lancia l'articolo. El País, oltretutto, è da mesi in guerra aperta contro la Presidenta per la storica nazionalizzazione di quella YPF (Yacimientos Petrolíferos Fiscales) tornata dopo decenni in mano ai suoi legittimi proprietari dopo essere stata controllata e sfruttata dal gruppo Repsol, manco a dirlo spagnolo - e che qui è passata del tutto inosservata.
Una macchia indelebile, che rievoca l'annosa questione
sull'eurocentrismo dell'informazione a queste latitudini ed in Italia
in particolare. Proprio per questo ci si aspetterebbe da riviste di questo tipo un'attenzione particolare anche alla stampa del luogo, se non altro per una forma di rispetto sia verso i luoghi dei quali si parla, sia verso i loro - fidelizzati - lettori.
Perchè se è vero che non ci si può fidare di chi scrive di America Latina in inglese, è altrettanto vero che bisogna fare attenzione a chi è di madrelingua spagnola, se questi vivono ad un oceano di distanza o si chiamano Yoani Sánchez.
Internazionale // El País // Página/12 // Ley de Medios
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