La verità è che diventeremo un popolo di sedentari.
La civiltà umana non riconoscerà più il giorno dalla notte stando ventiquattro ore chiusa in casa. La digitalizzazione ci porterà il lavoro direttamente a casa e questo ci sembrerà una grande cosa, ma ci ucciderà lentamente da dentro. Osserveremo il mondo da uno schermo e da lui prenderemo gli ordini. Non esisteranno più i caffè ma solamente i social network. I nostri figli impareranno l'inglese a quattro anni ma si scorderanno come si stringe una mano. Il mondo sarà una grande catena di montaggio che passerà sopra le nostre teste come le scale di Escher, a ricordarci che noi siamo la causa del nostro stesso male.
Tutto sarà informatizzato, tutto sarà meccanico. Niente più dischi, niente libri, solo mp3. Non serviranno più i servizi alla persona, nessuna visita medica e nessun corriere per le spedizioni. La scuola sarà bandita e i professori sostituiti da una macchina infallibile che insegnerà memonicamente le tabelline in rete. Non ci saranno più le assistenze personalizzate, bandite le assicurazioni sulla vita e gli incidenti stradali. Le auto verranno fuse in enormi calderoni e sostituite da chilometri di fibra ottica. "Non ci saranno più maschi e femmine, solo segaioli", non chiederemo più consigli, non sentiremo più la voce degli amici, nessuna bevuta in compagnia, la marijuana verrà sostituita dalle i-doser e per le strade vedremo camminare solo pazzi e sinistri pericolosi.
Quando tutto questo succederà, io sarò dalla parte dei luddisti.
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