Questa raccolta di poesie (la seconda), è un libro diverso dagli altri: il vecchio Hank semra che per un attimo si tolga i panni del vecchio ubriacone ed indossi quelli del vecchio saggio; non scrive storie di sbornie, corse di cavalli e puttane. Queste sono poesie quasi filosofiche, hano qualcosa di mistico al loro interno, quasi un tentativo di trovare alle situazioni e gesti quotidiani una motivazione più alta ed ampia (l'abuso del termine Déi è emblematico), quasi come se Bukowski volesse prendere per un attimo sul serio mondo che lo circonda. O forse scrive così solo per sbeffeggiarlo questo mondo di ciarlatani e uomini al volante. Dopotutto, come diceva il professor Keating, «la poesia nasce da tutto ciò che ha una scintilla di rivelazione».
ULTIMA CHIAMATA
Questa poesia è quasi un testamento scritto nella quale Bukowski sembra ormai consapevole di ciò che è e di ciò che fa, una poesia che doveva essere pubblicata postuma. Una poesia di disillusione, quasi come se nel mondo Hank ci avesse creduto.
LA POESIA
Qui invece Bukowski loda e infamia la poesia allo stesso tempo. Liberatrice e insieme inutile. Uguale, o meglio, utile come le altre cose "pagane", ma al contrario di esse, vitale.
«c'è sempre qualcosa o qualcuno
per farti
sentir peggio. [...]
c'è sempre un Cristo ubriaco
in osteria con le unghie
sporche.»
«puoi finire tranquillo
ma non puoi cominciare tranquillo.»
«intanto, guarda qua, m'è rimasto
un ultimo sorso di birra
e un mondo
alla rovescia.
per un po' tocca a voi,
mi tiro indietro.
non potete diventare tutti me
ma almeno
cercate di non diventare
gregge.
vi prego.»
«lei ti sorride.
un sorriso che dice:
so che sei pazzo
ma per me va bene
lo stesso.»
«comunque, una poesia
può essere soltanto una poesia.
versi come questi
a mollo su una pagina
pustole in fiamme
sul volto della morte
togliendo il tappo
al tubo della notte
seguendo gli ultimi dei mohicani
sino all'ultimo respiro.
ehh?»
per farti
sentir peggio. [...]
c'è sempre un Cristo ubriaco
in osteria con le unghie
sporche.»
«puoi finire tranquillo
ma non puoi cominciare tranquillo.»
«intanto, guarda qua, m'è rimasto
un ultimo sorso di birra
e un mondo
alla rovescia.
per un po' tocca a voi,
mi tiro indietro.
non potete diventare tutti me
ma almeno
cercate di non diventare
gregge.
vi prego.»
«lei ti sorride.
un sorriso che dice:
so che sei pazzo
ma per me va bene
lo stesso.»
«comunque, una poesia
può essere soltanto una poesia.
versi come questi
a mollo su una pagina
pustole in fiamme
sul volto della morte
togliendo il tappo
al tubo della notte
seguendo gli ultimi dei mohicani
sino all'ultimo respiro.
ehh?»
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