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08 settembre 2006

Bush e le prigioni segrete

È di mercoledì la notizia che il Presidente degli Stati Uniti Bush ha ammesso, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’esistenza di carceri segrete utilizzate per la detenzione dei presunti soldati di Al Qaeda.
Queste prigioni vere e proprie si troverebbero tutte al di fuori del territorio statunitense, e questo sarebbe in linea con i progetti americani da sempre adottati (vedi Guantanamo, suolo cubano); ma se Bush ne ammette l’esistenza perché ha deciso che è giunta l’ora di processare i detenuti, perché non rivela nessun particolare, perché non dice al mondo le condizioni in cui sono trattati e le torture che devono subire all’interno? Semplice: a Bush preme solo levarsi dall’imbarazzo che avrebbe avuto se si fosse trovato a dover processare delle persone senza giustificarne la provenienza, l’arresto e la detenzione: così passa in secondo piano, sempre nei piani strategici americani, il “modo” per far spazio al “processo”.
Ma le contraddizioni nelle sue dichiarazioni sono presto lampanti: Bush dice infatti che le prigioni segrete, che poi tanto segrete non sembravano essere, visto che si è resa necessaria questa uscita pubblica dopo che la loro esistenza è stata provata dal Washington Post, sono state decisive e necessarie per la guerra al terrorismo, ma allora perché questo fantomatico terrorismo non è debellato, perché esistono ancora più ombre che luci sugli attacchi?
Ma non è finita qui: sempre il Presidente americano annuncia di non aver autorizzato alcuna tortura, salvo poi terminare la frase con un pensiero ad effetto del tipo: le prigioni della Cia si sono rese vitali e al loro interno è stato possibile raccogliere un gran numero di informazioni; ora, visto che io non penso che tutti gli americani siano stupidi, non si può non notare come Bush voglia tenere lontana l’attenzione sulle pratiche utilizzate nelle prigioni, anche perché se “torture non autorizzate” erano quelle di Abu Ghraib, figuriamoci queste!
Ma il punto forte deve ancora arrivare.: frase con un fracia di non aver autorizzato alcuna tortura, salvo poi e , visto che si è resa necessaria questa us Bush infatti ha dichiarato che vuole far “processare” con solamente una parte delle garanzie previste dalla Convenzione di Ginevra e soprattutto senza la clausola più importante: il diritto della difesa di conoscere le prove di accusa e interrogare i testimoni (e fra l’altro, quali testimoni???). Così facendo ovviamente l’esito è scontato, il processato si troverebbe senza nessuna possibilità, e anche se innocente (vedi post su Guantanamo) si troverebbe a rischiare ugualmente la pena capitale. La Corte Suprema, analizzata la proposta di Bush, ha dichiarato inammissibile questa procedura; Bush ha fatto una nuova proposta per istituire tribunali segreti militari, ma anche questo tentativo è fallito alla Corte Suprema; l’unico modo per poter fare ciò, aggirando la magistratura, è cambiare la legislazione federale.
E Bush, scomodando il suo entourage, ha già dato mandato di redigere una legge a sua immagine e somiglianza: crudele, menefreghista e sommaria.

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