Questa invece, è una lucidissima osservazione tratta da Umanità Nova, che a mio parere traccia bene la conclusione di un qualsiasi discorso su Guantanamo, Abu Ghraib piuttosto che la scuola Diaz, che sia fatto a scuola, davanti a un caffè o a cena. Così comunque dovrebbe finire la discussione!
Guantanamo? Un non luogo per non persone. Uno dei tanti…«Il problema non è chiudere Guantanamo, ormai con poche centinaia di ospiti [anche se così poche non si direbbe, viste le ultime analisi che danno a più di 500 in conto dei detenuti, n.d.b.]. Il problema sono le altre Guantanamo aperte nel mondo. […] Dall’11 settembre 2001, gli USA hanno con sistematicità in cui nulla vi è di spontanea reazione al trauma delle torri gemelle, perseguito la costruzione di un sistema ombra di repressione fatto di luoghi, comportamenti, persone che semplicemente non esistono.
Nel buco nero dell’incertezza il sospetto prevale sulla prova della colpevolezza; le incarcerazioni avvengono senza processo, a tempo indeterminato, senza accuse precise; sospetti sono catturati ovunque, con qualunque mezzo, trasportati segretamente; l’uso della tortura è legittimato. […]
Il problema non è chiudere Guantanamo: magari verrà pure chiuso, anche solo come specchietto per le allodole. Il problema è il tramonto dello stato di diritto, il prevalere dello stato di fatto in nome dell’eccezionalità del momento che rischia di eternarsi, con una completa torsione del rapporto tra eccezione e norma: la guerra, l’eccezione, è diventata norma e quindi svanisce il modo di vivere basato su di essa. Nell’emergenza permanente della lotta al nemico disumano ed invisibile, tutto [sembra diventato, n.d.b.] lecito.»
Guantanamo? Un non luogo per non persone. Uno dei tanti…«Il problema non è chiudere Guantanamo, ormai con poche centinaia di ospiti [anche se così poche non si direbbe, viste le ultime analisi che danno a più di 500 in conto dei detenuti, n.d.b.]. Il problema sono le altre Guantanamo aperte nel mondo. […] Dall’11 settembre 2001, gli USA hanno con sistematicità in cui nulla vi è di spontanea reazione al trauma delle torri gemelle, perseguito la costruzione di un sistema ombra di repressione fatto di luoghi, comportamenti, persone che semplicemente non esistono.
Nel buco nero dell’incertezza il sospetto prevale sulla prova della colpevolezza; le incarcerazioni avvengono senza processo, a tempo indeterminato, senza accuse precise; sospetti sono catturati ovunque, con qualunque mezzo, trasportati segretamente; l’uso della tortura è legittimato. […]
Il problema non è chiudere Guantanamo: magari verrà pure chiuso, anche solo come specchietto per le allodole. Il problema è il tramonto dello stato di diritto, il prevalere dello stato di fatto in nome dell’eccezionalità del momento che rischia di eternarsi, con una completa torsione del rapporto tra eccezione e norma: la guerra, l’eccezione, è diventata norma e quindi svanisce il modo di vivere basato su di essa. Nell’emergenza permanente della lotta al nemico disumano ed invisibile, tutto [sembra diventato, n.d.b.] lecito.»
Simone Bisacca
Handcuffed, shakled, blindfolded, shaved
This sun makes you a beast. A subhuman machine.
You’re not his prisoner, you’re just a detainee
In this enduring war, this war not meant to be seen
Les Anarchistes, X-Ray sun
This sun makes you a beast. A subhuman machine.
You’re not his prisoner, you’re just a detainee
In this enduring war, this war not meant to be seen
Les Anarchistes, X-Ray sun
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