L’incidente aereo che pose fine agli anni d’oro della squadra granata, spinse l’allora presidente del River Plate, Liberti, a un gesto di solidarietà verso le famiglie, che poi divenne amicizia. Per anni, le rispettive maglie da trasferta ricordavano la squadra amica. Domenica, entrambe si giocheranno molto in 90° minuti
La storia che lega Italia ed Argentina è vecchia come il mondo e il calcio ne è una conferma. Basta pensare a tutti i giocatori passati da un campionato all’altro, andata e ritorno. La caccia al giovane argentino è sempre aperta, non segue le date del calciomercato; tanto più se, come quasi sempre accade, quel ragazzo ha avuto nonni italiani. E come dimenticare gli oriundi, calciatori di origine straniera naturalizzati italiani, sempre d’attualità nella penisola e a volte anche campioni del mondo con gli Azzurri.
Da sessantacinque anni però, questa storia di vicinanza è alimentata da qualcosa che va al di là dei nomi, un’amicizia che lega a doppio filo due squadre di calcio ai lati opposti dell’Oceano Atlantico: Torino e River Plate.
Tutto comincia quel tragico 4 Maggio 1949, quando l’aereo che trasportava i giocatori granata di ritorno da Lisbona, si schianta contro la collina di Superga e sbarca i suoi passeggeri nella leggenda: Il Grande Torino, vincitore di 5 scudetti consecutivi e simbolo d’unione in un paese a cavallo fra dittatura e democrazia, muore insieme all’equipaggio ed ai giornalisti al seguito.
La notizia della morte degli Invincibili fece il giro del mondo ed arrivò naturalmente anche nella sede del River Plate, scuotendo in modo particolare il presidente del club Antonio Vespucio Liberti, di chiare origini italiane. Liberti fu per quattro cicli alla guida della società, con la quale si aggiudicò svariati campionati e, quando morì, lo stadio Monumental, che contribuì a costruire e dove ancora oggi gioca le sue partite casalinghe il River e la Nazionale argentina, prese il suo nome.
Proprio Liberti è la prima figura che accomuna i due club: nel corso del 1957 infatti, anche se per un solo mese, ricoprì addirittura la carica di presidente del Torino.
Tornando a quel 1949, la società rioplatense fu fra le prime ad attivarsi, non solamente con dimostrazioni d’affetto e cordoglio, ma organizzando una storica partita amichevole che servì per aiutare le vedove e le famiglie dei periti nella tragedia. La partita fra il Torino-Simbolo, formazione composta dai migliori giocatori italiani del momento, e il River Plate di Di Stefano, Labruna, Lostau e Carrizo si giocò a Torino il 26 maggio di quello stesso anno e terminò 2-2.
Tre anni più tardi, il 16 gennaio 1952, è di nuovo l’occasione per rinnovare il legame fra le due squadre. Questa volta è il Torino che vola a Buenos Aires per una partita amichevole che terminò 3-3. La squadra italiana, uscita devastata anche moralmente dalla tragedia, non era più quella di pochi anni prima, ma il ricordo era ancora vivido e l’accoglienza fu quella che si tributa alle più alte personalità: nelle foto che ancora oggi ricordano l’incontro, nell’ambasciata italiana a Buenos Aires, a fare gli onori di casa fra atleti e dirigenti si riconosce addirittura Juan Domingo Perón.
Dopo questi, non vi furono più incontri fra le due squadre. Non sono mai mancati però segni di vicinanza fra le società, che spesso nella storia hanno utilizzato come seconda, la maglia ufficiale con i colori dell’altra squadra: bianca con banda in stile Millonarios di color granata per il Torino (l’ultima volta nel 2007-2008), granata con inserti bianchi per il River Plate (ultima nel 2005-2006).
In tempi più recenti un altro nome particolarmente caro ai tifosi del River Plate ha legato la sua vita professionale anche al Torino: Enzo Francescoli, per tutti il Príncipe e per alcuni InmEnzo. Il fuoriclasse uruguayano, fra i due vincenti cicli argentini giocò infatti una stagione anche nel club piemontese.
Ora, a suggellare nuovamente questa amicizia, arriva una mostra ad essa totalmente dedicata. I locali di Villa Claretta Assandri a Grugliasco (TO), sede del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, in collaborazione con il Museo River Plate, fino al 13 luglio ospiteranno “Eterna Amicizia, Eterna Amistad. River Plate e Torino, amici per sempre”. In esposizione numerosi cimeli storici, articoli di giornale sulle partite disputate fra il ’49 e il ’52, una collezione di maglie dei Millonarios in versione granata (fra cui quelle di Ortega e Mascherano) e un ricchissimo repertorio fotografico. A sancire il tutto è stata coniata per l’occasione una spilla commemorativa.
Domenica entrambe le squadre si giocheranno la partita più importante degli ultimi anni: il River cerca la vittoria del campionato che manca dal Clausura 2008, il Torino l’ingresso in Europa addirittura dal 1994. Due partite che potrebbero valere finalmente un riscatto dopo anni di incubi, durante i quali entrambi hanno conosciuto la serie B.
In una simbolica staffetta (alle 20.45 l’una e alle 22.30 italiane l’altra) si tiferanno a vicenda, a migliaia di chilometri di distanza, in memoria di un legame che li unisce da sessantacinque anni e che mai come oggi è vivo, perché come diceva Pablo Neruda una amistad eterna no tiene fin.
Daniele Carpi per Pangea News - America Latina Quotidiana
articolo pubblicato il 15/05/2014
Pangea News // Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata // Museo River Plate
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