Sono dell'opinione che chiunque parli in un qualche modo sul tema del viaggio è giusto che citi naturalmente Kerouac e la restante marmaglia di beat generation.
Ma se si parla (vedi parentesi sopra) di pompe di benzina non si può non parlare di Pier Vittorio Tondelli. E se si è, per di più, reggiani questo omaggio diventa quasi un obbligo morale.
Nel suo racconto Autobahn (Altri Libertini, 1980) l'autogrill diventa un'oasi nella quale affogare in solitudine la scoglionatura - gli scoramenti, come li chiama lui - dove un camion luminoso può trasformarsi in una giostra zingara e l'autostrada del Brennero in una speranza, come una nuova via della seta.
Tutto questo mi ha fatto venire in mente un certo Mirko Roglia che nel suo racconto Battere la cecità (Io & Tondelli, 2007, insieme di racconti di giovani scrittori emiliani in omaggio a PVT) ci regala secondo me una splendida pagina di letteratura che va assolutamente a braccetto con tutto quello visto sotto l'isolato San Rocco:
«Io mi diverto per come la voglia di comunicare e tirar tardi, unita a quella tipica cordialità un po' ansiosa che hanno i modenesi e gli emiliani in genere, produca effetti di questo genere: una squallidissima pompa di benzina trasformata in balera all'aperto. Alle volte mi sento veramente di benedirla questa provincia emiliana...» [e continua] «Per questa filosofia non è raro il sorriso, la chiacchiera, la bevuta in compagnia, non è raro portare il gelato alla sconosciuta segretaria del piano di sopra con la quale hai scambiato poche parole tutta la vita, non è strano riunirsi attorno al tavolaccio del norcino durante il ritrovo rituale e lieto della p'caria o raccontarsi fole sopra il carro tremante delle pere mentre stai attento a non rompere il picciolo.»
Oasi nella notte // Jack Kerouac // Pier Vittorio Tondelli // Mirko Roglia
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