Su Alias di oggi (sabato 24 Aprile) viene dato ampio risalto al FEFF - Far East Film Festival - che si tiene ad Udine in questi giorni. Giunto alla dodicesima edizione, quest'anno propone una retrospettiva dedicata alla Shintōhō, casa di produzione cinematografica giapponese fondata nel 1947 dopo la scissione dalla "madre" Toho.
Nonostante fosse uno degli studi meno conosciuti, vivendo sempre in ristrettezze economiche che la costrinsero alla chiusura nel 1961, la casa rimase impressa nell'immaginario giapponese come autrice di film cult: «Etichettati all'epoca come filmetti-spazzatura, le produzioni della Shintōhō appartenenti a generi poco onorevoli hanno avuto una vita postuma sorprendentemente lunga, e un'influenza enorme». [Mark Schilling, dal catalogo della mostra, pubblicato anche su Alias, 24-04-2010]
Specialmente durante la direzione di Mitsugu Okura (dal 1955) le produzioni furono improntate ad un genere che si può avvicinare molto alla exploitation americana degli anni '70, con caratteristiche assai simili: produzioni a basso costo, storie al limite del grottesco cariche di azione, violenza, horror ed erotismo in una mescolanza di anglo-nipponica che rimane inconfondibilmente marchiata Shintōhō.
Alias // FEFF // Shintōhō filmography IMDb // Toho Kingdom
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