Così ho conosciuto MDV, così è come la definì Paul Verlaine nel libro Les Poètes Maudit. E di Verlaine, pensai, bisogna fidarsi. In effetti fui abbastanza colpito dal vedere inserita una donna nell'opera, ma l'imbarazzo presto svanì nel leggere come ne parlava, accennando alle sue poesie e ai significati, così tanto che fu una specie di illuminazione.
Poesie è una raccolta divisa in tre parti corrispondenti a tre diverse pubblicazioni (a quanto ho potuto capire): Les Poésies (1830), Les Pleurs (1833) e Pauvres Fleurs (1839). Tutte le poesie sono improntate verso una visione dell'amore completamente passionario e vivo, ella si dona completamente alle sensazioni che scaturiscono in lei e si ha la sensazione, leggendo quelle righe, che vi sia come una sorta di devozione completa, mistica si potrebbe dire. Un amore che altro non può che essere amato. Questa devozione però, non è tanto verso una singola persona, quanto verso le sensazioni che l'amore accende in lei: per questo spesso si lascia andare a poesie sul ricordo, ad elegie ricche di frasi di esortazione verso gli amanti, di innamoramenti continui ed improvvisi. Le liriche sono spesso struggenti, così come le preghiere attraverso le quali Marceline ama riempire le sue poesie che diventano vere e proprie odi all'amore e alla devozione.
La terza parte della raccolta contiene un paio di poesie con una vena sociale, quasi politiche si potrebbe dire, dove gli inni si travestono da preghiere in onore all'amore delle madri verso i loro figli mandati a morte (Cantico alle madri) e degli esiliati (Cantico degli esiliati).
«Al pianto dell'amore tutto dimenticai.»
«A quindici anni, intravidi un fanciullo disarmato;
più giocoso che tenero mi parve:
con debole dardo sfiorò il mio cuore;
lieve come ridente menzogna;
offriva piacere, non felicità:
volò via. Non smarrii che un sogno.»
«Cercarsi, cogliere uno sguardo furtivo, non è già tutto?
E più non domandarmi, con mesto sorriso,
il fiore che danzando trattengo mio malgrado:
lo sento sul mio cuore quando il cuore lo desidera,
e mi si legge negli occhi che lo colsi per te.»
«Sarà, lagrima dopo lagrima, e tormento su tormento,
il puro parto delle anime sofferenti.»
«A quindici anni, intravidi un fanciullo disarmato;
più giocoso che tenero mi parve:
con debole dardo sfiorò il mio cuore;
lieve come ridente menzogna;
offriva piacere, non felicità:
volò via. Non smarrii che un sogno.»
«Cercarsi, cogliere uno sguardo furtivo, non è già tutto?
E più non domandarmi, con mesto sorriso,
il fiore che danzando trattengo mio malgrado:
lo sento sul mio cuore quando il cuore lo desidera,
e mi si legge negli occhi che lo colsi per te.»
«Sarà, lagrima dopo lagrima, e tormento su tormento,
il puro parto delle anime sofferenti.»
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