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10 maggio 2012

Antonio Tabucchi - Sostiene Pereira

Sostiene Pereira è un libro politico che parla di un cambiamento. Ambientato nella Lisbona del 1938 fra la dittatura salazarista che si faceva strada e gli echi della guerra civile spagnola a due passi, Tabucchi narra la vicenda di Pereira, giornalista che cura la pagina letteraria di un piccolo quotidiano della città, il Lisboa.
I temi che stanno al centro del romanzo sono inevitabilmente la situazione politica del tempo, megafonata brillantemente dal cameriere del Cafè Orquidèa che riferisce quello che sente dalle frequenze di Radio Londra e la libertà di stampa. Ma ancor più brillante e decisivo è il percorso del personaggio Pereira: un uomo estremamente colto, ma del quale si riesce a carpirne anche l'ingenuità data da questa sua stessa posizione, enfatizzata dalla scrittura tabucchiana con quel consistente sintagma che lascia tutto un po' in sospeso, facendoci capire quanto in realtà Pereira sia alla ricerca di qualcosa, di un suo nuovo posto nel mondo, mai messo in discussione prima d'ora; e forse anche dal suo indottrinamento cattolico.
Ebbene, queste certezze cominciano a vacillare nel momento dell'incontro con Monteiro Rossi, praticante che forse non sarebbe mai diventato giornalista, ma il quale riuscirà a fare molto di più. In quel preciso momento muta qualcosa in Pereira, comincia a farsi delle domande, a mettere in discussione il suo stesso destino, smette perfino di ordinare omelette alle erbe aromatiche e bere limonate - per un certo periodo - e comincia ad imporsi il Pereira nuovo, quello che cerca delle risposte, che non si nasconde più fra le pagine di autori francesi. A tutto questo Tabucchi dà un nome: confederazione delle anime, ovvero una teoria psicologica secondo la quale al centro dell'uomo vi stanno non una ma bensì una pluralità di anime sulle quali domina un io egemone e, di tanto in tanto, un evento può sconvolgere questo nostro equilibrio facendo prevalere un'anima rispetto alle altre, determinando così un grande cambiamento.
Proprio questo cambiamento lo si aspetta da inizio libro: si vivono infatti tutte le convinzioni del protagonista, l' "allineamento" al non-fare, i dubbi, il suo scoramento nel vedere calpestata la tranquillità nella quale viveva da sempre ed infine il magico momento della liberazione; e la letteratura è il campo attraverso il quale si palesa questo riscatto politico e sociale.




«Disse: la filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.»

«Stai bene a sentire, Pereira, disse Silva, tu credi ancora nell'opinione pubblica?, ebbene, l'opinione pubblica è un trucco che hanno inventato gli anglosassoni, gli inglesi e gli americani, sono loro che ci stanno smerdando, scusa la parola, con questa idea dell'opinione pubblica, noi non abbiamo mai avuto il loro sistema politico, non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le trade unions, noi siamo gente del Sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi comanda.»

«E di me cosa resterebbe?, chiese Pereira, io sono quello che sono, con i miei ricordi, con la mia vita trascorsa, le memorie di Coimbra e di mia moglie, una vita passata a fare il cronista in un grande giornale, di me cosa resterebbe? L'elaborazione del lutto, disse il dottor Cardoso, [...] ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato.»

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