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12 giugno 2011

Il cretinismo astensionista

Un breve (e soprattutto non esaustivo) spunto sulla questione astensionista e, nel caso specifico, riguardo al tema di plebisciti e referendum visto da un punto di vista anarchico anti-dogmatico:


«Il cretinismo astensionista è quella superstizione politica che considera l'atto di votare come una menomazione della dignità umana o che valuta una situazione politica-sociale dal numero degli astenuti delle elezioni, quando non abbina l'uno e l'altro infantilismo.
Del primo ha fatto giustizia Malatesta, che scrivendo a Fabbri nel maggio 1931, osservava che molti compagni danno un'estrema importanza all'atto di votare e non capiscono la vera natura della questione delle elezioni. Malatesta citava dei tipici esempi.
Una volta, a Londra, una sezione municipale distribuì dei bollettini per domandare gli abitanti del quartiere se volessero o no la creazione di una biblioteca pubblica. Vi furono degli anarchici che, pur desiderando una biblioteca, non vollero rispondere al referendum perché credevano che rispondere sì fosse votare. A Parigi e a Londra, degli anarchici non alzavano la mano in un comizio per approvare un ordine del giorno rispondente alle loro idee e presentato da un oratore che avevano calorosamente applaudito... per non votare.
Se domani si presentasse il caso di un plebiscito (disarmo o difesa nazionale armata, autonomia degli allogeni, abbandono o conservazione delle colonie, ecc.) si troverebbero ancora degli anarchici fossilizzati che crederebbero doveroso astenersi.»
 Camillo Berneri, Il cretinismo astensionista, L'Adunata dei Refrattari (New York), 25 aprile 1936


Il cretinismo astensionista // Archivio Berneri

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