América Latina, Fútbol, Rock'n'Roll

26 ottobre 2010

David Foster Wallace - Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso

Ottimamente prefazionato da Martina Testa - la quale assolve all'arduo compito di spiegare i lati citazionistici e il retaggio letterario, oltre a dare una chiave di lettura in termini di Metafiction - Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso è la lunga storia di un viaggio in auto fra le pianure e i campi di granoturco dell'Illinois di sei improbabili personaggi verso una Casa Stregata alla quale forse non arriveranno mai.
Wallace, sempre con la sua ironia feroce, ci restituisce ancora il ritratto di un'America, che forse qui più di altre volte potrebbe essere fatta riferire al mondo intero; desolatamente vuota, nella quale predominano la soggettività e il consumismo più verace. Ma forse più che di consumismo si tratta proprio di una vuotezza, di mancanza di appigli e reali forme di comprensione reciproca, che si scorgono nei dialoghi dei sei. Un mondo nel quale la comunicazione è tutto; e non è quindi un caso se all'interno il tema della pubblicità racchiude una parte importante se non vitale del racconto: la televisione, con i suoi must, è la regina incontrastata della scena; e con lei i pubblicitari che assumono qui una fisionomia, senza mezzi termini, divoratrice: «[...] poi metti in azione il tuo braccio creativo, e a forza di martellate conficca un grosso cuneo bagnato, il più robusto possibile, in tutto ciò che è aperto all'interpretazione.»
Un lettura a tratti surreale, con le continue divagazioni tipiche di Wallace e della letteratura postmoderna, ma incredibilmente cruda e vera: una meta fantascientifica, una riunione tanto grande quanto effimera, sei volti senza nulla in comune. Una convivenza forzata che somiglia tanto ad una solitudine. Ma in fin dei conti «[...] essere speciali non è molto lontano dall'essere Soli.»





«Cristo santo, mai più uno di quei clown da circo brizzolati; puoi fidarti di gente che entra in dodici in una Honda Civic per strappare risate sotto un tendone? No.»

«Crescete, santo cielo. Entrate nel mondo. Siamo noi a produrre ciò che vi fa desiderare di aver bisogno di consumare. Pubblicità. Lassativi. Assistenza sanitaria a domicilio. Bicarbonato di sodio. Assicurazioni. Le vostre paure vengono
costruite - e su quelle basi vengono costruiti i vostri desideri.»

«Decapiti un'immagine non particolarmente sottile di ciò che è la bellezza, la friggi nel lardo, la consumi, la digerisci e la espelli sotto forma di escremento?
Trasformi la tua più grande paura nel tuo unico vero desiderio?
Sembra che tutto questo abbia parecchio a che fare con la politica, cazzo, suggerisce Sternberg.»

1 commento:

  1. si pensa di essere inculati di qualche centimetro invece lo si è già di parecchi metri. Dove sono i furbi?

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