América Latina, Fútbol, Rock'n'Roll

20 luglio 2010

Le scelte linguistiche estive

Immaginate di dover inviare con il vostro super-tecnologico-ultimo-modello di cellulare un sms in tono scherzoso ad un vostro amico/conoscente/collega patito di settimana enigmistica - chiaramente questo accadrà solo d'estate in quanto da una parte avrete attivato la vostra promozione estiva che vi permetterà di inviarlo gratis data la vostra proverbiale avarizia; dall'altra parte è statisticamente provato, credo, che sia questa la stagione nella quale si consumano evidentemente più parole crociate.
Detto questo, passando al testo del messaggio, il più delle volte il mittente si troverà di fronte alla scelta fra quale delle due classiche "forme" utilizzare, ad accompagnare la definizione: orizzontale o verticale? E' una scelta linguistica alla quale dò una certa importanza.
E la scelta ricadrà quasi sempre su verticale. Questo per una classica forma di non-allineamento allo standard: scegliere orizzontale, infatti, sarebbe più facile in quanto il primo della lista e quindi naturalmente il favorito dai bookmakers, ma noi sceglieremmo verticale perchè ci darebbe la sensazione di aver avuto un minimo di scelta, di libertà decisionale.
In realtà quella che compiamo non è espressione del nostro libero arbitrio ma bensì una scelta forzata, non è farina del nostro sacco. E' invece un esempio del nostro grado di schiavitù rispetto alla società che ci circonda e alla quale ci ribelliamo attraverso questi piccoli stratagemmi che hanno la capacità di farci solamente credere liberi.

«Così concepito il discorso non è la manifestazione, maestosamente sviluppata, di un soggetto che pensa, conosce e dice: si tratta, invece, di un insieme in cui si possono determinare la dispersione del soggetto e la sua discontinuità con se stesso. E' una specie di esteriorità in cui si manifesta una rete di possibili posizioni distinte.»
Michael Foucault, L'Archeologia del sapere, 1971

Nessun commento:

Posta un commento