Raccontano di storie di ingiustizia, di soprusi e di personaggi meschini di inizio '900, di famiglie della classe operaia costrette a lottare ogni giorno per una micca di pane. Tutte reali, alcune veramente toccanti.
Con l'introduzione di Aurelio Chessa, trovato alla bancarella della Fai reggiana durante il mercatino della solidarietà del primo maggio. E' stata una piacevole scoperta il Berneri scrittore e narratore, dopo averlo ammirato come intellettuale.
«Ma poi pensò alla frase del figlio: "Hanno un sacco di soldi". Cosa stava a fare lei, ormai al mondo? Andare col figlio, in una casa nuova, fra estranei? Suo figlio ne sarebbe stato seccato. La nuora l'avrebbe forse vista male. [...] Fu così che quella sera uscì e andò al fiume e ruppe con un tonfo il mormorio delle acque»
«Sorrideva ai nipoti, se li chiamava vicino. Ma quelli le si accostavano di malavoglia, chè una nonna che non racconta fiabe non è una nonna»
«Apre gli occhi, guarda la figlia e sorride: "Brava Nelly. Ora hai le ali, e volerai da sola...". Richiude gli occhi e rabbrividisce. Pare addormentata, ed invece mormora: "Quel signore con gli occhiali d'oro è un tuo professore?". Riapre gli occhi, ma sono vitrei. Dalle labbra livide il cuore parla ancora, per l'ultima volta: "Prendila, prendila tu... lo sai che a m le pesche non piacciono"»
«Sorrideva ai nipoti, se li chiamava vicino. Ma quelli le si accostavano di malavoglia, chè una nonna che non racconta fiabe non è una nonna»
«Apre gli occhi, guarda la figlia e sorride: "Brava Nelly. Ora hai le ali, e volerai da sola...". Richiude gli occhi e rabbrividisce. Pare addormentata, ed invece mormora: "Quel signore con gli occhiali d'oro è un tuo professore?". Riapre gli occhi, ma sono vitrei. Dalle labbra livide il cuore parla ancora, per l'ultima volta: "Prendila, prendila tu... lo sai che a m le pesche non piacciono"»
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