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14 giugno 2008

Camillo Berneri - Novelle

Sono poco più di una decina di novelle, legate a doppio filo da brevi storie di vita familiare più che altro. Libro incompiuto (l'ultima novella non a caso si chiama frammento) e di data pressoché ignota (solo una è datata 21 agosto 1937, pubblicata su L'Adunata dei Refrattari 3 mesi dopo il suo assassinio), ma la mia sensazione è che lo sarebbe stato in ogni caso, che sarebbe stato comunque un libro postumo.
Raccontano di storie di ingiustizia, di soprusi e di personaggi meschini di inizio '900, di famiglie della classe operaia costrette a lottare ogni giorno per una micca di pane. Tutte reali, alcune veramente toccanti.

Con l'introduzione di Aurelio Chessa, trovato alla bancarella della Fai reggiana durante il mercatino della solidarietà del primo maggio. E' stata una piacevole scoperta il Berneri scrittore e narratore, dopo averlo ammirato come intellettuale.

 

«Ma poi pensò alla frase del figlio: "Hanno un sacco di soldi". Cosa stava a fare lei, ormai al mondo? Andare col figlio, in una casa nuova, fra estranei? Suo figlio ne sarebbe stato seccato. La nuora l'avrebbe forse vista male. [...] Fu così che quella sera uscì e andò al fiume e ruppe con un tonfo il mormorio delle acque»

«Sorrideva ai nipoti, se li chiamava vicino. Ma quelli le si accostavano di malavoglia, chè una nonna che non racconta fiabe non è una nonna»

«Apre gli occhi, guarda la figlia e sorride: "Brava Nelly. Ora hai le ali, e volerai da sola...". Richiude gli occhi e rabbrividisce. Pare addormentata, ed invece mormora: "Quel signore con gli occhiali d'oro è un tuo professore?". Riapre gli occhi, ma sono vitrei. Dalle labbra livide il cuore parla ancora, per l'ultima volta: "Prendila, prendila tu... lo sai che a m le pesche non piacciono"»

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